Morninglands - Le Terre del mattino - Terre di Albaluna - Avalon - Ambientazioni per D&D - Dungeons and Dragons 3.5

Myst!, Una parola di troppo?

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view post Posted on 11/12/2023, 23:34

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Data inizio sessione: 19 Ottobre 1637 GDR, ore 12.35 circa
Luogo inizio Sessione: Dentro la Tana di Makus
Cosa accade: I PG hanno sbaragliato i “comitati d'accoglienza”, quando si ode un altro rumore metallico, cosa succederà ora?

Data fine Sessione: 19 Ottobre 1637 GDR, ore 12.35 circa
Luogo fine Sessione: Dentro la Tana di Makus
Cosa accade: Vash è stato colpito da Makus, è avvelenato, un nube di nebbia ricopre il corridoio. Altri PG sono nei pressi

Improvvisamente, una voce profonda e suadente fa il suo ingresso
“Benvenuti nella mia casa, nella Casa di Makus...ignobili invasori che non siete altro!”
Davanti a voi, a una certa distanza, si para una grande creatura ricoperta di spine, con dieci zampe e un grande numero di occhi roteanti dalle fattezze umanoidi, che guardano in tutte le direzioni. Assomiglia in tutto e per tutto a un ragno, ma non sembra appartenere a quella specie.

Inizia un dialogo che vi vede coinvolti ora sul piano dialettico, ora sul piano nervoso, poiché Makus, forte della sua posizione e degli ostaggi, tenta di far leva sulla vostra umanità per avere una somma cospicua in cambio dei prigionieri.
Ci scappa un morto, ci scappa un primo scambio nel quale riuscite a liberare alcune creature (tra cui un coboldo) in cambio di una discreta somma e di alcuni oggetti.
La creatura Makus sembra particolarmente attirato da tutto ciò che luccica e la trattativa sembra divertirlo. A volte appare ragionevole, altre volte cade in preda a scatti di rabbia durante i quali vi prende a male parole e mette a dura prova i vostri nervi.
Imbastite una nuova trattativa nella quale mettete sul piatto una montagnetta di cristalli e pietruzze del valore di circa mille MO in cambio di tutti gli ostaggi. Sul più bello però, forse per un fraintendimento, forse per la voglia di staccare la testa a una creatura così ignobile e malvagia, l'accordo finale salta e vi apprestate ad entrare da un altro cancello, il cui accesso è poco distante. Questo però è ricoperto di simboli e rune sconosciute, ma ormai sapete cosa dovete fare: vi aspettano ancora indovinelli, e sapete che ogni fallimento costerà la vita a un prigioniero.

La vostra abilità, tuttavia, è notevole e risolti i tre quesiti, sentite lo sblocco della serratura che trattiene la saracinesca. E' Cador, in solitaria, che si preoccupa di alzare la pesante chiusura in metallo.

Nel frattempo un'immagine silenziosa vi ha ingannato e alcune frecce scagliate nel tentativo di ferire Makus, finiscono nel nulla. Un ragno mostruoso si immola, addirittura, per proteggere il falso padrone. L'immagine è straordinariamente credibile e ci mettete un po' a capire che si tratta di una finzione.

La stanza è ora illuminata dalla pietra di luce perenne di Zic e dalla lanterna schermabile di Vash, e sono chiari i lineamenti delle creature che si formano davanti ai vostri occhi, uscendo dai bassorilievi e ponendosi a protezione di Makus.

Un Felarca, o meglio la versione glaciale di questo temibile umanoide guerriero vagabondo (un Vazalkyon), con la testa e il collo ricoperti da piume azzurrognole, un falchion sulla schiena e lo sguardo fiero e deciso.
Un Chraal, un elementale malvagio con la testa ricoperta di spine aguzze e ghiacciate, il corpo tozzo e robusto, e un ghigno malevolo e brutale.

Risulta immediatamente chiaro che i due non si amano, e mentre il Chraal viene nella vostra direzione colpendovi con un cono di ghiaccio, il Vazalkyon si pone a difesa di Makus.
Comincia un combattimento senza esclusione di colpi, la superiorità numerica vi mette al riparo da sorprese e uccidete il Chraal, che si ricompone e in forma di vortice torna a riempire il bassorilievo.

Tentate a più riprese di convincere l'altro Guardiano, riconoscendone la natura buona e fiera, ma le sue parole non lasciano speranza “A volte non c'è scelta”.
Incalzato aggiunge che è "in questo luogo" che lui non ha altra scelta che difendere il suo padrone, Makus, che lo umilia insultandolo a più riprese.

Nei pressi di uno degli ingressi riprende la trattativa che vede di nuovo protagonista Blaidd e Makus che, nel frattempo, sta tentando la fuga protetto dal Vazalkyon, da un Ettercap che porta un corposo bauletto e da un secondo Ettercap che trascina una gnoma, minacciando di ucciderla.
La creatura spinata reca con sé due bambini e minaccia di terminarli se non deponete le armi, gli consegnate il denaro pattuito e lo lasciate andare.
La presenza di un pipistrello evocato da Vash mette a repentaglio l'equilibrio. A un certo punto, su ordine di Makus, la saracinesca si chiude dividendo i contendenti in due tronconi.
Da una parte Blaidd, un Ettercap, Cador, Lloergan, Cala e Rog, dall'altra Makus, il Vazalkyon, un Ettercap con il bauletto e i due bambini saldamente tra le zampe del Ragno Arpione.

Nel frattempo sia Zic che Vash hanno fatto rapidamente il giro passando dalla saracinesca rimasta aperta. Il druido segue il corridoio in direzione dell'uscita, lo stregone prende parte alla trattativa e congeda anzitempo il pipistrello evocato, per dar mostra delle sue buone intenzioni.

“Lascia che i bambini vengano a me, e potrai andartene”.
“Certo piccola ignobile creatura, io rispetto la parola che ho dato”. E così dicendo i due si fronteggiano, gli occhi iniettati di vicendevole odio, con le due minuscole creature che sono pietrificate dalla paura e senza sapere cosa fare e chi ascoltare.

La tensione è tangibile, l'Ettercap che porta il bauletto ne scopre per la prima volta le fattezze, ma non siete abbastanza rapidi da capire il simbolo, ne cogliete invece il colore: Viola. L'altro Ettercap rimasto solo dentro la stanza, funge lungo un cunicolo laterale.
Il Vazalkyon attende, suo malgrado, gli ordini, e avanza insieme al padrone tenendo d'occhio il resto dei PG che, nel frattempo, si sono avvicinati facendo il giro dei cunicoli.
“Myst”, sibila tra le labbra Vash, ma prima che la nube di nebbia avvolga l'area, una mandibola ritraibile si stacca dal volto di Makus e centra lo stregone attirandolo a sé. Un morso strappa le carni dell'halfling che vibra, verdognolo, per le ferite inferte e – probabilmente – il veleno che gli è stato inoculato. Si accascia – prono – ai piedi della creatura, ancora vivo, ma visibilmente scosso.
“Come dicevo, sono l'unico che mantiene la parola, piccolo stolto stregone!”

Poi la nebbia riempie l'area, la visuale è molto difficoltosa, con il solo Vash che può tentare di trarre vantaggio.

Il finale resta ancora tutto da scrivere.
 
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